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sabato 7 settembre 2013

il cibo come elemento di formazione

Riprendo e ripropongo un articolo molto interessante da: il festival della letteratura di MANTOVA...chi può andarci vada perché e' interessante.
Metti attorno ad un tavolo (o meglio, una tavola) il vignaiolo Corrado Dottori e il musicista Giovanni Bietti, gli antropologi Elisabetta Moro e Marino Niola ed infine il cuoco di Napoleone. Allestisci la sala con candele, scegli come sottofondo qualche buona lettura e musiche di paesi lontani, accomodati con ospiti distinti e brillanti interlocutori e inizia ad assaporare il tutto.
Esattamente così: assapora e gusta tutto ciò che i cinque sensi stanno iniziando a percepire, e tuttavia non lasciarti abbandonare al solo regime dei sensi, ma lasciati condurre dalla mente e dalla ragione affinché ogni elemento possa essere colto e accolto nella sua più genuina espressione.
Tutto diviene e si fa cibo: ciò che si mangia, ciò che istintivamente e senza alcuna educazione sin dai primi giorni passa ed è passato attraverso la nostra bocca; ciò che con più grazia e conoscenza si è imparato a scegliere e scartare a seconda di nostri personalissimi e oscurissimi criteri; ciò che attraverso percorsi di abilità e arte si crea e si plasma fino a conferirgli forme e aspetti del tutto nuovi e uguali a nulla.
Ma è cibo, sostanza che nutre e da sazietà, anche altro, che come il cibo ha medesimi profumi e odori, sapori e suoni ma che a differenza del cibo non ha forma e consistenza (o forse ne ha anche di più? Forse ha peso specifico e leggerezza diffusa enorme?): la parola.
Non sazia quindi solo ciò che è tangibile dai sensi, ma ciò che prima di tutto li stimola passando attraverso la mente e le idee. Non v’è pienezza se non vi è pieno coinvolgimento d’intelletto.
Ciò che il lettore - assaggiatore deve prepararsi a compiere è dunque un percorso multisensoriale per cogliere un unico comune denominatore: il cibo come fonte di cultura. Attraverso il cibo assaporato, osservato, ascoltato e letto nelle sue diverse declinazioni egli giungerà alla consapevolezza che tale elemento così scontato, quotidiano e vicino è sempre stato ed è ancora oggi un veicolo di fondamentali informazioni e conoscenze sociali e culturali. Così come il concetto di cultura è qualcosa di vivo, mutevole, difficilmente racchiudibile in qualche confine e complesso da definire, il concetto di cibo è altrettanto sfuggente e impalpabile. Sfugge perché intimamente connesso alla natura dell’uomo, alle categorie di spazio e tempo nelle quali l’essere umano è immerso.
Conoscere ciò che piace, quelli che sono i gusti, le tendenze, e ciò che è considerato al contrario estraneo, difficilmente accessibile e poco famigliare in termini di cibo, alimenti, preparazioni, attività agricole e produttive, in realtà significa conoscere l’uomo, il suo tempo, il suo ambiente e la sua cultura.
L’incontro con i vari autori permetterà quindi di intraprendere un percorso formativo attraverso un oggetto che, forse, al termine di tale viaggio, risulterà più complesso e per questo più stimolante e coinvolgente, proprio perché assaporato con occhi e mente (gola!) più consapevoli. 
Ad accompagnare i diversi momenti e i singoli autori saranno presenti anche nomi autorevoli del Centro Studi di Slow Food, come Fabio Giavedoni (evento n. 27), Silvia Ceriani (evento n. 188) ed Elisabetta Moro (evento n. 197), mentre i menù di entrambe le cene (evento n. 117 ed evento n. 188) saranno curati e preparati dalla Condotta Slow Food di Mantova.

1 commento:

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